sorelleUn giorno nel paese ci fu un terremoto e tutte le case erano rotte. Molti uomini sono morti. Si sono salvate solo quattro sorelle. Quando si sono sposate: una ragazza che si chiamava Laura fondò il paese di Laureana; un'altra si chiamava Candida e fondò il paese di Candidoni; un'altra si chiamava Bella e fondò il paese di Bellantone; un'altra si chiamava Stella e fondò il paese di Stelletanone.

elefanteUna volta i Cartaginesi sono venuti in Italia per fare una guerra e conquistarla. Passarono vicino al nostro paese e i soldati non erano con il cavallo, ma avevano gli elefanti. Le persone avevano paura, perché non avevano mai visto gli elefanti, così grandi. E per la meraviglia il paese mise sullo stemma una corona con un elefante.

alberoC'era, qui vicino, un albero e, lì sotto, la domenica, facevano il mercato. Vendevano biscotti, giocattoli, frutta, gelati, dolci; e anche le collane, i bracciali e gli orecchini per le donne. Ogni domenica al mercato i bambini andavano a comperare tante cose. Questo paese si chiamò Laureana da quell'albero, che era un lauro. E divenne una bella città.

serpenteTanto tempo fa un bandito aveva nascosto un tesoro vicino al fiume Mesima e aveva messo a sorvegliarlo un grande serpente. Tutti avevano paura di avvicinarsi e nessuno pensava di poter prendere il tesoro. Bisognava trovare il modo di uccidere il serpente o imprigionarlo. C'era un contadino molto furbo, che voleva impossessarsi del tesoro. Andò a chiedere a tutti i vecchi se conoscevano qualcosa particolarmente gustosa per i serpenti.Il vecchio gli disse: - Vai sulla montagna e gira finché non troverai un'erba, che è fatta così e così. L'uomo di mise in cammino e, dopo tanti giorni, in un burrone, trovò l'erba speciale. Tornò indietro, la mise in una grande damigiana che portò vicino al fiume e si nascose dietro un cespuglio.Il serpente sentì l'odore dell'erba; uscì dall'acqua e cominciò ad entrare nella damigiana. L'uomo, impaziente, non aspettò che tutto il serpente fosse entrato nel recipiente e corse a tappare la damigiana, quando era rimasta ancora la coda di fuori.Il serpente scomparve e anche il tesoro.Il contadino perse la fatica e rimase povero.

protettoreUna volta il protettore di Laureana era san Nicola da Bari : tre secoli fa venne scelto san Gregorio Taumaturgo.
Non esiste, in atto, la documentazione che ci informi delle ragioni di tale operazione. Ci è stata tramandata una leggenda.
In quel tempo, in Laureana, abitavano tre signore; tutte e tre si chiamavano Anna ed erano molto devote e frequentavano tutti i giorni la chiesa.
Una notte, tutte e tre, fecero lo stesso sogno: sognarono san Gregorio, rivestito dei paramenti vescovili, che disse loro: -Desidero diventare il vostro protettore. - E scomparve.
La mattina si ritrovarono in chiesa e si raccontarono il sogno. Una di loro disse : Dobbiamo raccontarlo al prete:
No. Il sogno è una sciocchezza.
La notte successiva fecero lo stesso sogno e san Gregorio disse: -Desidero diventare il vostro protettore. - E scomparve.
La mattina successiva, in chiesa, si raccontarono il sogno e decisero di recarsi dal parroco a raccontarlo. Questi li mandò via dicendo che i sogni sono cose da bambini.
Per la terza volta, la notte successiva, comparve loro san Gregorio, che sembrava pure spazientito, e disse: -Ma la volete capire che desidero diventare il vostro protettore !
Venuta l'alba si recarono in chiesa e - ancora molto impressionate - raccontarono il sogno al parroco. Questa volta il parroco disse: -La cosa mi pare importante. Andrò dal vescovo.
Prese l'asinello e si recò a Mileto, dove, allora, risiedeva il nostro vescovo. Gli raccontò il fatto e il vescovo decise che Laureana poteva cambiare il protettore : al posto di san Nicola poteva subentrare san Gregorio .
protettore2Tornato a Laureana il parroco convocò le persone più importanti del paese e comunicò loro quanto il vescovo aveva deciso. Accettarono e, non avendo alcuna immagine del nuovo santo, esaminarono dove recarsi per far dipingere una grande tela con la figura del nuovo protettore. Le città dove risiedevano grandi artisti erano Napoli, Palermo e Messina. Decisero di andare a Messina.
Arrivarono a Scilla e, con una barca, si recarono a Messina. Chiesero notizie di un grande pittore. Lo rintracciarono e gli ordinarono la tela.Il pittore iniziò a dipingerla ed era quasi alla fine; ma non gli riusciva di dipingere la faccia al santo. Fece diversi tentativi, senza alcun risultato soddisfacente. Alla fine, sconfortato, scrisse ai laureanesi di andare a ritirare la tela, incompleta, perché a lui non riusciva di portarla a termine.
I laureanesi, ricevuta la lettera, pensarono che stesse scherzando; si recarono a Messina e trovarono il pittore molto triste per non essere riuscito a completare il lavoro che gli era stato ordinato. Si recarono dov'era la tela e tolsero il lenzuolo che la ricopriva : il quadro era terminato e al santo era stata dipinta la faccia da una mano misteriosa : un angelo !!
Si sparse subito la voce di questo fatto straordinario e i messinesi affluirono numerosi ad ammirare il quadro. Un gruppo di cittadini escogitò un piano per fare in modo che un tale quadro rimanesse a Messina : offrirono una borsa di monete al capo della barca che doveva riportare in Calabria i laureanesi e il loro quadro.
protettore3Venuta la sera, caricarono sulla barca la tela, vi salirono i nostri concittadini e i marinai addetti alle manovre. Arrivati in mezzo allo Stretto, i laureanesi si erano addormentati, il capo-barca invertì la rotta per tornare a Messina . Scoppiò una tempesta di tale forza che scuoteva la barca da far temere che stesse affondando. Erano partiti col mare tranquillo e non riuscivano a rendersi conto della tempesta. I laureanesi invocavano san Gregorio, i marinai la Madonna : il pericolo era veramente grave.
A questo punto il capo-barca si rese conto del peccato che aveva commesso e, in ginocchio, chiese perdono a san Gregorio e ne invocò l'aiuto. Il mare si calmò e la barca poté approdare a Scilla. La tela fu caricata su un carro e si avviarono verso Laureana.
Entrati in paese, la gente, che li attendeva, accolse l'immagine con grandi feste e luminarie; portarono in processione la tela in chiesa e la esposero per la venerazione.
Da allora il santo protettore del nostro paese è san Gregorio Taumaturgo.
Ricerca effettuata dagli alunni dell'ins. Michele Camilliti (a.s. 1989/90).

celestinaNel nostro paese si racconta che erano venuti dei soldati e che i ricchi di Borrello avevano messo in un pozzo un tesoro, che ancora oggi c'è. C'è nel pozzo pure una strega che mangia le persone. Per prendere il tesoro bisogna gettare nel pozzo un cane tutto nero e senza un pelo bianco, o un cane bianco che non deve avere neppure un pelo nero; oppure un bambino che non sa parlare ancora. Ma nessuna mamma buttò mai il suo bambino nel pozzo per prendere l'oro.

aquilaUna volta c'erano due compari che andavano molto d'accordo.
Un giorno stavano sistemando dei pali e uno disse: - "Vedi che li stai sistemando troppo avanti." - "Ma no!" rispose l'altro. Da quella parola, nacque una lite e i due non si vollero più bene. Quella notte si allagò la loro terra e l'acqua aumentò tanto che nessuno l' ha mai potuta togliere perché quei due non si volevano più bene. Il lago si chiama l'Aquila.

contadinoTanto tempo fa giravano per le nostre campagne feroci banditi, che rubavano e accumulavano tesori. Uno di questi affidò il suo tesoro a una strega che abitava un albero del bosco. Il tesoro era in un paiolo appeso ad un ramo: era persino pericoloso avvicinarsi . Si poteva recuperare il tesoro riuscendo a cuocere le patate senza fuoco. Un contadino furbo acquistò della calce e andò dov'era il tesoro. Mise le patate e la calce in un secchio e versò sopra dell'acqua. La calce ribolliva e le patate si cucinarono. La strega fuggì via e lasciò il tesoro al contadino.

SfrancescoUna volta nel nostro paese c'era un ubriaco che dalla sera alla mattina beveva vino e picchiava sempre sua moglie e i suoi figli. Una sera, tanto era ubriaco, che è andato a dormire. Dopo un po' è arrivato san Francesco e lo ha punito con il suo bastone: lo picchiava e quello diceva: Mi fa male la spalla! E gridava. Mentre lo picchiava, si è rotto il bastone. Poi san Francesco tornò di nuovo nella sua chiesa e quell'uomo gridava sempre che gli faceva male e non riusciva ad alzarsi dal letto. Il giorno dopo sono andati tutti in chiesa, perché era la festa del santo. Quando sono arrivati, videro il bastone di san Francesco rotto. Così si sono accorti che l'ubriaco era stato punito da san Francesco.